Di questo articolo si desidera porre l’attenzione sulla “perdita dell’anima”, causa di molti disagi e malattie. La definizione sciamanica è più propriamente “frammentazione dell’anima” ed è un meccanismo di difesa chiamato in psicologia “dissociazione” oppure “frammentazione del sé”. Si tratta di un processo psichico e psicologico che, in varie fasi, mette in atto automaticamente un meccanismo di scissione per allontanare dall’Io cosciente immagini o stimoli penosi. Nella visione sciamanica un frammento di energia animica va a vivere in un mondo mentale, staccato dal corpo fisico, per non sentire le emozioni e il dolore, così difficili da contenere, causati da un evento traumatico. Troppo spesso disagi, emozioni, sintomi e dolore vengono non ascoltati, bloccati, congelati, invece proprio questi parlano all’anima e dell’anima, sono i modi e le vie della psiche per ritrovarla l’anima e risvegliare così l’Io cosciente.
Buona lettura a tutti voi.
Mi accade sempre più spesso di confrontarmi con persone la cui anima è frammentata, per cui il mio aiuto, basato su un approccio radiestesico e sciamanico ai quali ho integrato le conoscenze acquisite nella formazione in costellazioni familiari, consiste proprio nel recuperare questi frammenti sparsi e in seguito aiutare la persona a risanarli e ricomporli nella loro unità.
La
frammentazione dell’anima, definizione dello sciamanismo, è uno degli effetti
più comuni quando si vivono eventi traumatici, in psicologia è chiamata
dissociazione oppure frammentazione del sé, che ci fa perdere la parte più
nobile ed elevata della nostra energia. La sua origine è sempre in un
evento che per la nostra sensibilità è traumatico e nella nostra vita sono
molti gli eventi che possono causare questo stato di cose: la morte di una
persona cara, la perdita di un gemello nell’utero, aborti, operazioni chirurgiche,
la stessa anestesia, divorzi, traslochi, incidenti stradali e sportivi, stress
familiari, shock emozionali, abusi psicologici e sessuali e molti
altri. Eventi che ci possono far entrare in uno stato di frammentazione si
possono verificare non soltanto nella più tenera età ma ancor prima nella
nascita e nei nove mesi di gestazione. Ci sono poi dei casi in cui l’origine di
un trauma risale ad una vita passata oppure, le emozioni che lo tengono in
vita, vengono tramandate di generazione in generazione.
Alcuni di questi eventi accadono in tutte le famiglie e vengono ritenuti
“normali”, ma ciò che alcune persone provano sono emozioni troppo intense,
difficili da contenere. Paura, rabbia, senso di colpa, amarezza, tristezza,
vergogna, dolore, o più spesso un po’ di tutte queste, sono causa di disturbi
emotivi e fisici.
Cosa accade nel pieno dell’evento traumatico?
Un frammento della nostra energia animica, la parte più vulnerabile e fragile
di tutto il nostro essere, va a vivere in un mondo mentale, staccato dal corpo
fisico. Si rifugia in uno spazio in cui non sente quelle emozioni e quel dolore
così difficili da contenere e mette in atto automaticamente una rimozione che
altro non è che un meccanismo di sopravvivenza, un processo psichico o
psicologico formato da varie fasi interdipendenti tra loro: quello della
conoscenza, della memoria e di difesa per allontanare dall’io cosciente
immagini o stimoli penosi.
Si evita così di “sentire” e dato che gli organi di senso che ci permettono di
sentire le emozioni sgradevoli sono gli stessi tramite cui percepiamo la gioia,
il piacere fisico, l’armonia, il benessere e la pace interiore invece di vivere
sopravviviamo perché diventiamo emozionalmente congelati.
In questo stato interiore accade che si dicano cose o si facciano gesti
impetuosi che non ci appartengono, in alcuni casi nella più totale
inconsapevolezza così, una volta tornata la lucidità, mortificati, ci fanno
pensare: perché ho re-agito così?
Allora chi ha agito al nostro posto?
Non il dolore ma una profonda sofferenza intrappolata, che “vive” e si
manifesta con una potente energia che attira per risonanza energie offensive
esterne che si sommano alle nostre non liberate. Questo sta accadendo molto più
frequentemente in questi ultimi tempi, dove vediamo sempre più casi di follia
omicida.
Quando parti di energie leggere, sensibili e delicate che sentono e ricevono
attraverso i sensi sono fuggite quelle rimanenti che entrano in azione sono
quelle che possono esprimere manifestazioni più gravi, più pesanti e negative.
Queste ultime, sono quelle che portano con sé molte energie offensive, per se e
per gli altri, che sommate a quelle, della stessa natura, dell’inconscio
collettivo liberano i peggiori demoni. Infatti si sentirà dire dell’omicida: “è
sempre stata una persona tranquilla e gentile”. Questi sono i motivi di raptus
apparentemente incomprensibili perché ha agito l’energia meno elevata di noi
senza l’equilibrio di quella più sensibile che si è allontanata. Questa è la
dissociazione. Non sempre un trauma nasce da un evento così importante
infatti accade anche che le persone rimangano perplesse nel constatare che esso
ha preso vita a causa di un evento che, rivisto nel presente, può apparire
addirittura banale. Nulla è banale per la sensibilità dell’anima. Il
lavoro sciamanico è un’azione di grande impatto energetico, permette alla
persona di essere più consapevole della perdita di parte della sua anima,
questo è sempre un primo grande passo che permette di non subire la
dissociazione bensì di gestire questi stati di grande intensità e di saper
stare nell’emozione senza andare in reazione e fuggire da un’altra parte, ma
l’aspetto fondamentale di questo tipo di intervento è la comprensione del
concetto di potere personale e del suo giusto uso. Il potere personale è
la capacità di trasformare qualunque tipo di energia e quando la nostra energia
è integra abbiamo la possibilità e la capacità di esprimerci attraverso
l’azione consapevole.
E’ importante dire che il recupero dell’anima non costituisce tanto la fine quanto l’inizio del lavoro perché il difficile non è riportare a casa il Puer ferito, la parte più difficile sta nella collaborazione tra il bambino e l’adulto che deve avere l’intenzione di accoglierlo da adulto in quanto le cognizioni del bambino interiore non sono mai all’altezza delle richieste del Daimon che non vuole certamente essere trattato come bambino. Solo così si può ripristinare l’Unità perduta.
“Noi abbiamo già viaggiato in questo mondo e in altre dimensioni e continiuamo a farlo perché c’è molto altro da imparare”
Scritto da Maria Rita Cesetti