“I nostri antenati dimorano nell’attico del nostro cervello e nelle concatenazioni a spirale della conoscenza, nascoste in ogni cellula del nostro corpo.” (Shirley Abbot)
Negli anni in cui ho svolto la mia professione ho notato che in alcuni casi il lavoro per sciogliere un nodo/conflitto dava dei risultati per un periodo limitato nel tempo, poi si manifestava nuovamente, magari ridotto ma non completamente risolto.
Condurre
la persona a rivivere gli eventi traumatici della sua vita, dell’infanzia,
delle relazioni familiari, della nascita o della vita intrauterina, e quando
opportuno anche a vite precedenti, non sempre risultava sufficiente.
La formazione intrapresa in Sciamanesimo e
Costellazioni familiari ha portato ad orientare le mie ricerche ad individuare
fatti importanti, dolorosi, traumatici, opachi, dimenticati o nascosti nella
storia familiare e, per quanto possibile, nella scala generazionale delle persone,
quindi a lavorare con gli antenati del loro sistema, anche remoti, con
risultati davvero soddisfacenti.
Ho potuto notare che nonostante il
percorso di conoscenza personale, delle proprie dinamiche interiori e
comportamentali ci sono meccanismi trasmettitori di memorie generazionali, chiamati “copioni”, che
possono influenzare in vario modo la possibilità di auto realizzarsi, possono
generare malesseri psico-fisiologici e limitare la possibilità di adempiere al
proprio destino.
Si possono chiamare “coscienza collettiva del sistema
familiare” alla quale la persona appartiene e che la
influenza inconsciamente con la trasmissione di esperienze, emozioni e traumi
che si tramandano di generazione in generazione.Copioni dai quali la persona,
anche se evoluta e consapevole, difficilmente riesce a liberarsi, in quanto non
ne ha coscienza.
C.G. Jung mette in risalto le funzioni dell’inconscio collettivo e i vari meccanismi con i quali assoggetta l’inconscio individuale, ed esplicita: “Mentre i contenuti dell’inconscio personale sono percepiti come appartenenti alla propria psiche, i contenuti dell’inconscio collettivo sembrano estranei, come se provenissero dall’esterno. La reintegrazione di un complesso personale porta sollievo e, spesso, anche guarigione, mentre l’intrusione di un complesso appartenente all’inconscio collettivo è un fenomeno spiacevole e persino pericoloso”.
Anche la psicologa professoressa Anne Ancelin Schutzenberger pone l’attenzione
alla sindrome degli antenati per comprendere come risolvere i copioni e i
disagi trasmessi dalle persone appartenenti al sistema familiare.
Tra gli altri mette in evidenza i segreti inconfessabili che nascono dalla vergogna, che definisce “sindrome della patata bollente”, metafora del segreto vergognoso che passa di mano in mano bruciando le mani di tutte le generazioni finchè qualcuno si decide a liberare quella energia e i discendenti da quella influenza.
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