Abbiamo dimenticato che, nella sua dimensione primordiale, il genere umano possedeva una conoscenza istintiva dell’intima sacra unità e interconnessione del mondo; tutto ciò che l’uomo concepì in quelle epoche molto remote era legato ad un sentire profondo, a sentire se stesso e gli altri, a sentire le forze della natura, la terra, il cielo, le acque, gli animali e le piante.
Poi, nel corso della storia l’uomo, nella sua espressione moderna, ha
causato un profondo scisma tra se
stesso e l’ambiente, e una desacralizzazione del pianeta,
decidendo di chiudere i rapporti con il proprio sapere prodotto dalla
separazione da quello stato originale di unione con la natura e con la
dimensione spirituale che comprende in sé ogni cosa.
Al contrario, ciò che caratterizza il pensiero moderno è la tendenza ad affermare
e sperimentare una separazione radicale tra soggetto e oggetto, una netta
divisione tra il sé umano e il mondo che lo comprende.
Nella visione dello sciamanismo
questa decisa separazione non è riconosciuta e neanche ammessa.
Lo sciamano percepisce il mondo in modo naturale e lo vede pieno di
significati, avverte presenze nel vento e nei mari, nei fiumi e nelle montagne,
significati nel movimento delle nuvole, nei cicli della Luna e del Sole, nel
volo degli uccelli. E’ una comunicazione che si può definire mistica ed
interiore e crea una connessione profonda con la natura del mondo e il cosmo.
Nel mondo moderno questa concezione viene semplicemente considerata un’ingenua
conseguenza di paure, proiezioni ancestrali e di desideri.
L’uomo moderno, con una distorta consapevolezza, ha invece come obiettivo
principale quello di riuscire a prevedere e padroneggiare il mondo naturale con
una visione newtoniana meccanicistica, impersonale, inconsapevole, con
l’illusoria,profonda convinzione di poterlo controllare, sfruttare, modellare,
manipolare e sottometterlo ai nostri desideri e alle nostre illusorie
necessità.
Così svuotato,
di qualsiasi dimensione spirituale, è diventato un mondo “dis-incantato” che
impoverisce la psiche collettiva nel modo più globale; in un mondo così non c’è
più nulla di sacro, solo uomini “specialisti
senza spirito”.
Questo Mondo, privo di incanto, è l’ombra del pensiero moderno in tutto il suo
splendore, potere e arroganza.
Qual è la cura?
Per ritrovare l’accordo e ritrovare le profondità e la grande complessità del
cosmo ci occorrono modi di conoscenza che integrino l’immaginazione, il senso
della bellezza, l’intuizione morale e spirituale, l’esperienza rivelatrice, la
percezione simbolica, la conoscenza empatica, la comprensione, l’etica.
Per ritrovare l’accordo occorre guarire dalla miopia che limita gravemente
l’intera gamma della nostra percezione e comprensione e…ascoltare, ascoltare in
maniera più sottile, percettiva e profonda.
Il nostro futuro potrebbe dipendere dall’esatta misura della nostra volontà di
espandere i modi di conoscere attuando l’empirismo ma anche un razionalismo più
ampio e vero in una giusta via di mezzo.
A cura di
Maria Rita Cesetti
Operatrice olistica
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio,di quante ne sogni la tua
filosofia”.
William Shakespeare, Amleto
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